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Comiso

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Le prime tracce d’insediamenti umani nel territorio di Comiso appaiono nel periodo eneolitico, lungo l’arco collinare ibleo, dove si svilupparono i primi villaggi di popolazioni italo-sicule. Oggi rimangono una serie di ricoveri a grotta e a cella ricavate nei monti Monterace, Monteracello, Monte Tabbuto, Cozzo Apollo, Cava Porcaro. A valle, invece, si svilupparono degli insediamenti abitativi del tipo a capanna-rifugio. La presenza delle terme romane vicino alla fonte Diana risalente al II secolo testimonia la presenza di un nucleo abitativo attorno alla fonte fin dall’epoca romana. Si pensa, infatti, che quel luogo sia stato popolato dagli abitanti scampati alla distruzione di Kasmenai, durante la spedizione punitiva del console romano Marcello nel 212 a.C. Con l’arrivo dei bizantini e l’insediamento del potere religioso dell’impero d’oriente a Siracusa (330 d.C.), cominciarono ad essere edificate numerose chiese. Nel periodo bizantino il casale di Comicio si concentrava attorno alle due chiese di S. Biagio e S. Nicola, in questo periodo fu munito di forti e torri di difesa. Intorno all’827 il casale fu duramente provato dall’invasione degli Arabi, la cui dominazione si rivelò successivamente benefica e proficua per l’intero territorio ibleo. È in questo periodo che nascono i muri a secco, che caratterizzano ancora oggi il paesaggio collinare. La Comiso medievale si arricchisce di nuove vie urbane e di chiese, tra cui quella della Misericordia, tuttora conservata. Nel 1393 Comiso viene a fare parte della Coneta Di Modica, assegnata ai Cabrera, fino al 1453, anno in cui a causa di una crisi economica questi ultimi la vendono a Periconio II Naselli. Sotto i principi Naselli Comiso visse un periodo di rinascenza e splendore, culminato nel 1571, quando Gaspare II, elevò il “Baronato” di Comiso in “Contea”. Durante il Rinascimento la città si arricchì delle chiese maggiori, di numerosi conventi e monasteri, di una Sede giuratoria, che ebbe sede presso il Castello dei Naselli, di un pubblico Ospedale, detto Monte di Pietà, accanto alla chiesetta della Misericordia, e di una cartiera. Nella prima metà del Seicento operò a Comiso il Padre Pietro Palazzo, uomo di sante virtù, che si adoperò per la crescita culturale e religiosa della città. Grazie anche al suo operato sorsero diversi conventi e monasteri che si occuparono della formazione di intere generazioni. Nel 1693 il disastroso terremoto che interessò tutto il val di Noto, rase al suolo le maggiori chiese cittadine e fece 90 morti. Con la soppressione della feudalità in Sicilia, voluta da Ferdinando di Borbone nel 1816, Baldassarre VII Naselli perdette definitivamente il governo della città. Il cuore pulsante della Comiso attuale è la piazza Fonte Diana, come alle origini della sua fondazione con al centro la fontana dedicata alla dea della caccia Diana. Sempre in piazza è situato il Municipio: un esempio di stile umbertino attenuato da evidenti riferimenti neoclassici, di linea armoniosa, scandita da lesene con capitelli ionici e corinzi che ricordano alla lontana il prospetto del Casino di caccia della Reggia di Caserta. Oltre alle numerose Chiese distribuite nei punti d’incontro delle intercapedini “viuzze” comisane, cui si citano la Chiesa dell’Annunziata, la Chiesa Madre, la chiesa di San Biagio (Patrono dei Comisani), la Chiesa dell’Immacolata ed altre Chiese minori, è situata nel centro storico della città il castello dei Naselli d’Aragona, detto anche palazzo del Conte costruito alla fine del XIII secolo. Comiso è famosa anche per il museo civico di storia naturale istituito nel 1991 è attualmente fruibile presso due edifici attigui. Presso il “Vecchio Mercato Ittico” di piazza delle Erbe, suggestiva costruzione risalente al 1867, è presente la Sezione dei Cetacei e delle Tartarughe marine invece, presso il primo piano “dell’Ex Scuola D’arte” di via degli Studi, è fruibile la Sezione Paleontologica e la Sezione Zoologica che possiede una ricca collezione di fossili di varie ere geologiche, circa 10.000 reperti, nonché cospicui resti di vertebrati del quaternario siciliano e un centinaio di minerali siciliani. Esso custodisce la più importante collezione cetologica del meridione d’Italia. Comiso mira alla promozione dell’artigianato, dell’enogastronomia, dell’economia locale. Sono da ricordare lo Sfilato comisano, una decorazione o un ornamento creato con ago e filo su un tessuto. È un’attività antichissima, ancora oggi praticata, che si sviluppa generalmente come lavoro artigianale, e la lavorazione della Pietra di Comiso.

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